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POLVERE

by Alessandro di Somma

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directed by                          Lorenzo Montanini

assistant director                 Velia Viti

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cast

l'uomo                                  Alessandro di Somma

la donna                              Carlotta Piraino

la gatta rossa                      Sonia Villani

la gatta nera                        Eleonora Turco

l'uomo nell'armadio             Marco Zordan

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Photography                        M. Evangelisti

 

produced by Teatro Studio Uno (2011)

SINOSSI

Polvere nasce da un lavoro collettivo, uno sforzo comune per trovare innanzitutto un linguaggio, autoriale, attoriale e registico.  Partendo dalla scrittura di alcune scene, che per la loro stessa conformazione potevano essere interpretate in molteplici modi e condurre verso strade diverse, si è cercata un’idea comune verso cui rivolgerle, un canale preferenziale su cui indagare. Ne è scaturita inizialmente una sorta di indagine sulle proprie compulsività, quelle micro(o macro) manie che fanno parte della vita di ognuno di noi, quelle abitudini che rendono il nostro mondo, così fragile, inattaccabile. Da lì, siamo passati alle ossessioni, universo ancor più ricco di elementi, dinamiche, assurdità. Ritenendo questi due campi così vasti e così personalizzati, ovvero così diversi da individuo ad individuo, ne abbiamo cercato uno sfogo, una sublimazione in un preciso momento nella vita di una persona. Abbiamo scelto uno dei momenti più comuni e tuttavia così appunto personali della vita di ogni essere umano: la fine di una storia d’amore. Precisamente quando i due protagonisti di tale storia se ne rendono definitivamente conto. Ecco, il momento della presa di coscienza determina la materializzazione di queste ossessioni, manie, compulsività, che diventano personaggi, traghettatori delle due “anime” verso la separazione. Separazione appunto anche degli spazi, la materializzazione delle parti peggiori dei nostri protagonisti avviene in un luogo separato, un non-luogo che può essere metafora del sogno o una piccola parte del pensiero in cui tutto può succedere, una parte separata dalla realtà. Realtà che abbiamo sintetizzato in una spoglia camera da letto di Hopperiana memoria, il letto su cui la storia vive tutta la sua iperbole e inevitabile caduta. I due mondi separati spesso si sovrappongono come cercando un dialogo impossibile, per dissolversi nell’accensione di una lampadina o per un rumore improvviso. Tutto si allinea perde definizione e diventa polvere. Il centro del racconto è l’incomunicabilità, due esseri umani come due lingue diverse che pur sforzandosi di comprendersi, restano su due livelli così distanti da risultare irraggiungibili, incomprensibili, soli.

SYNOPSIS

Polvere (Dust) is a collective research on a language that could blend theatre, movement, music and text. We began from a series of scenes that were, in their nature, open to different interpretations and that did not have any stage directions. What came out of this process is an investigation on our habits and compulsions, on our small (and big) manias, on what makes us fragile and on how we defend ourselves from the outside world.

From there we moved to investigate obsessions, absurdities and all the little monsters that live inside each and every one of us. We then focused on a specific time in the life of our protagonist that made him more vulnerable and therefore could make all his torments come out and materialise. 

The story begins when the Man and the Woman realise they don't love each other any more, and follows the journey to their separation; travel companions to this journey are all the torments, fixations, manias and obsessions that in our show become the characters that will guide them to destination.

The show is all set inside the Man's bedroom, that becomes a place of the mind, a non-place where his dreams and nightmares find substance. As important as the Man is his bed, that, like in a Hopper painting, becomes the metaphor of his solitude: the bed is the place where the whole story happens, the space in which to fall like Alice dose through the hole.

This dystopian world, inhabited by the creatures of the mind, is nothing but a double of the real world and sometimes it separates from it, other times the two come back together with just a click, or a light change, or a random sound, as if the Man were awaken by those sounds and we could be able to see what he sees and travel in and out of his mind.

In the end every piece comes back together, the monsters disappear under the carpet and life keeps moving forward. What is left behind fades into the distance, living us misunderstood and alone.

Running time: 64'

Durata: 64'

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